SCIOPERIAMO CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE. VADEMECUM 8M2024

8 MARZO 2024: Sciopero Generale proclamato!

VADEMECUM

L’8 marzo sarà sciopero transfemminista (leggi l’appello).Saràsciopero dalla produzione e dalla riproduzione, sciopero dai consumi e dai generi. Le forme saranno plurime per estendere la pratica dello sciopero a tutti quei soggetti del lavoro e del non lavoro, del lavoro autonomo, precario, informale, nero, della formazione/lavoro che ne sono normalmente esclusi. 

Anche quest’anno, per l’8 marzo Non Una di Meno ha chiesto a tutte le organizzazioni sindacali di convocare lo sciopero generale di 24 ore – dunque in tutti i settori del pubblico impiego e del privato – per garantire a tuttə  lə  lavoratricə  con contratti di lavoro dipendente la possibilità di astenersi dal lavoro produttivo. 

A oggi lo sciopero per la giornata dell’8 è stato proclamato da diversi sindacati a livello nazionale e regionale.

(qui puoi trovare la Lettera aperta di Non Una di Meno alle sindacaliste e alle delegate e le Proclamazioni)

Lo sciopero è un diritto. Cosa posso fare per scioperare l’8 marzo? 

Se non sai come fare per scioperare, se hai problemi a scioperare o difficoltà a reperire le convocazioni di sciopero sul tuo posto di lavoro, scrivici alla mail nudmsciopero@gmail.com o alle nostre pagine social: ti inoltreremo le convocazioni e proveremo a darti supporto e informazioni. 

In ogni caso, ricorda che lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione che all’art. 40 dichiara: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. 
Lo sciopero è dunque un diritto di rango costituzionale garantito a ogni lavoratorə  sebbene, negli anni, abbia subito limitazioni che ne hanno intaccato la potenza. Anche per questo motivo, scioperare e rivendicare nuovi diritti rappresenta un elemento di rottura imprescindibile. 

Lo sciopero è un diritto individuale che si esercita collettivamente. Durante lo sciopero il rapporto di lavoro è sospeso, di conseguenza, anche la prestazione lavorativa da parte dellə  lavoratricə  e la retribuzione da parte del datore di lavoro lo sono.

Come funziona la proclamazione dello sciopero?

Diverse sigle sindacali hanno proclamato sciopero per le 24 ore del giorno 8 marzo 2024: tutte le lavoratrici sia del pubblico impiego che del privato, quindi, possono scioperare perché esiste la copertura sindacale generale. 

  • Puoi scioperare anche se nel tuo luogo di lavoro non c’è nessuno dei sindacati che hanno indetto lo sciopero.
  • Puoi scioperare indipendentemente dal fatto che tu sia iscritta o meno a un sindacato.
  • Non sei tenuta a dichiarare preventivamente all’azienda la tua adesione allo sciopero, dunque non occorre alcuna comunicazione personale.

La comunicazione dello sciopero arriverà all’azienda direttamente dalla Commissione di Garanzia Sciopero (http://www.cgsse.it), dalla Regione o dall’associazione datoriale alla quale l’azienda fa riferimento.

Sciopero nel comparto privato

È comunque possibile, soprattutto per il comparto privato, che qualche datore di lavoro non riceva la comunicazione o neghi di averla ricevuta. 

In tal caso, controlla le comunicazioni affisse in bacheca sul tuo posto di lavoro. Se non compare la comunicazione, richiedila al tuo responsabile del personale o contattaci per avere una copia dell’indizione e dell’articolazione dello sciopero nel tuo settore, così da poterla affiggere direttamente sul posto di lavoro.

Sul blog di Non Una di Meno, in ogni caso, potrai trovare le proclamazioni inviate alla Commissione di Garanzia per lo sciopero. È anche possibile che in qualche luogo di lavoro privato – soprattutto tra quelli che non fanno riferimento alle maggiori confederazioni padronali – non sia stato indetto lo sciopero. In questo caso, scrivi a nudmsciopero@gmail.com o rivolgiti al nodo di Non Una di Meno della tua città o a quello a te più vicino: è possibile provvedere all’indizione – tramite i sindacati – fino al giorno prima dello sciopero (fatta eccezione per i posti di lavoro sottoposti a L.146/90, i cosiddetti servizi pubblici essenziali, per i quali è necessario inviare la comunicazione al datore di lavoro almeno 10 giorni prima). 

Sciopero nel comparto pubblico

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito – MIM (nel caso delle scuole statali) e la Regione (per ospedali e servizi sanitari pubblici territoriali) sono tenuti a inviare la comunicazione dello sciopero tramite una Circolare a ogni singola scuola statale, a ogni direzione di ente ospedaliero e/o ASL e servizi sanitari pubblici territoriali.

Nonostante la proclamazione sindacale dello sciopero, con relativa pubblicazione sul sito della Commissione di Garanzia Sciopero (http://www.cgsse.it), avvenga con largo anticipo rispetto alla data prevista, le Circolari spesso arrivano a ridosso dello sciopero o non arrivano e alle lavoratrici viene detto che non possono scioperare. 

Non solo le lavoratrici possono scioperare, ma è bene segnalare, attraverso la casella di posta elettronica di Non Una di Meno, dove questo accade, per procedere, là dove si persista, con una diffida sindacale.

Per la Sanità Pubblica, essendo le Circolari regionali, ci si può rivolgere al nodo di Non Una di Meno del territorio di appartenenza per eventuale supporto e informazioni.

Specifiche di sciopero per alcuni settori

Nel settore sanità, la copertura parte dal primo turno della mattina dell’8 marzo e finisce all’inizio del primo turno della mattina del 9 marzo; tutte le lavoratrici possono quindi scioperare indipendentemente dal turno cui sono adibite: sia la mattina, sia il pomeriggio che la notte.

Nel caso del trasporto pubblico locale l’articolazione delle ore di sciopero, così come delle fasce protette, può variare da città a città. 

Per quanto riguarda il trasporto ferroviario e attività ferroviarie: dalle ore 00.00 alle ore 21.00.

Per il settore dei Vigili del Fuoco, lo sciopero nazionale è così articolato: personale Operativo, giornaliero o amministrativo: dalle ore 8,00 alle ore 14,00.

Sono esclusi dallo sciopero, limitatamente alla Regione Abruzzo, interessata dalle consultazioni elettorali del 10 marzo 2024, i settori:
Regioni Autonomie Locali, Trasporto Pubblico locale, Igiene Ambientale,
Telecomunicazioni, Elettricità, Energia e Petrolio, Gas-Acqua, Funerario, Ministeri,
Trasporto Marittimo, Vigili del fuoco, Elicotteri e Carburanti.

Sciopero nei servizi pubblici essenziali L. 146/90: Facciamo Chiarezza

La legge 146 del 1990 disciplina il diritto di sciopero per i servizi pubblici essenziali, cioè quelli volti a garantire il diritto alla vita, alla salute, alla libertà, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione e alla libertà di comunicazione.

I servizi per cui la legge disciplina tale diritto, quindi, sono molti e diversi tra loro: i più noti – per la loro vicinanza alla vita quotidiana della maggior parte delle persone – sono la sanità, i trasporti pubblici urbani ed extraurbani, l’amministrazione pubblica, le poste, la radio e la televisione pubblica e la scuola; ma devono essere garantiti anche i servizi di raccolta dei rifiuti, l’approvvigionamento di energie, risorse naturali e beni di prima necessità.

In tutti questi ambiti il diritto allo sciopero, quindi, non è assoluto ma relativo alla possibilità di garantire alcuni diritti dei cittadini. Per questo motivo, per tutti i servizi sottoposti a L. 146/90, devono essere previsti i contingenti minimi di personale tramite contrattazione integrativa o accordo sindacato/azienda. È in capo al datore di lavoro il diritto/dovere di individuare le/i dipendenti da inserire nei contingenti minimi e inviare loro entro 5 giorni dalla data dello sciopero la comunicazione di “esonero dallo sciopero”, ovvero di recarsi in servizio il giorno dello stesso.

Qualora la dipendente inserita nei contingenti minimi abbia intenzione di scioperare, deve inviare entro 24 ore dal ricevimento dell’ordine di prestare servizio una comunicazione all’azienda della volontà di aderire all’astensione e, quindi, di essere sostituita.

L’azienda ha il dovere di verificare la possibilità di sostituzione della dipendente. Solo nel caso tale sostituzione non fosse possibile è ammissibile il rifiuto al diritto. In ogni caso, l’azienda deve comunicare alla dipendente di averla sostituita o meno, quindi se può scioperare o se deve lavorare.

Le aziende che erogano il servizio che lo sciopero potrebbe far venir meno, inoltre, sono obbligate con almeno 5 giorni di anticipo a dare comunicazione all’utenza sulle modalità e gli orari dei servizi essenziali garantiti.

Ricordati che il diritto allo sciopero è un diritto individuale in capo a ogni singola lavoratrice e lavoratore, sancito e garantito dalla Costituzione Italiana, e il cui esercizio non può essere precluso e/o limitato (se non per quanto riguarda le modalità di erogazione dei servizi di pubblica utilità di cui ai paragrafi precedenti).

Se sei un lavoratricə  precaria, ricercatricə , lavoratricə  autonomə , collaboratricə  a progetto, stagista, o cerchi altre informazioni su come poter scioperare VAI A QUESTA PAGINA

Stampa, inoltra e diffondi questo vademecum!

Per chiarire qualsiasi dubbio o segnalare eventuali abusi al tuo diritto di scioperare contattaci a questa e- mail: nudmsciopero@gmail.com

Proveremo a rispondere alle tue richieste e a darti supporto.

BUONO SCIOPERO!

DOMANDE FREQUENTI

Posso scioperare se nel mio posto di lavoro non è stato comunicato lo sciopero? 
Puoi scioperare anche se nel tuo luogo di lavoro non c’è nessuno dei sindacati che hanno indetto lo sciopero. 
Diverse sigle sindacali hanno proclamato sciopero per le 24 ore del giorno 8 marzo 2024: tutte le lavoratrici sia del pubblico impiego che del privato, quindi, possono scioperare perché esiste la copertura sindacale generale. 
Controlla le comunicazioni affisse in bacheca sul tuo posto di lavoro. Se non compare la comunicazione, richiedila al tuo responsabile del personale o contattaci per avere una copia dell’indizione e dell’articolazione dello sciopero nel tuo settore. Se nel tuo posto di lavoro non è stato indetto lo sciopero, contattaci, è possibile provvedere all’indizione – tramite i sindacati – fino al giorno prima dello sciopero.

Come faccio a sapere se nel mio posto di lavoro è stato indetto lo sciopero?
Diverse sigle sindacali hanno proclamato sciopero per le 24 ore del giorno 8 marzo 2024: tutte le lavoratrici sia del pubblico impiego che del privato, quindi, possono scioperare perché esiste la copertura sindacale generale. 
La comunicazione dello sciopero arriverà all’azienda direttamente dalla Commissione di Garanzia per lo sciopero (http://www.cgsse.it), dalla Regione o dall’associazione datoriale alla quale l’azienda fa riferimento.
Controlla le comunicazioni affisse in bacheca sul tuo posto di lavoro. Se non compare la comunicazione, richiedila al tuo responsabile del personale o contattaci per avere una copia dell’indizione e dell’articolazione dello sciopero nel tuo settore. Se nel tuo posto di lavoro non è stato comunicato lo sciopero, contattaci, è possibile provvedere alla trasmissione dell’indizione – tramite i sindacati – fino al giorno prima dello Sciopero.

Posso scioperare se non sono iscritta al sindacato?
Puoi scioperare indipendentemente dal fatto che tu sia iscritta o meno a un sindacato.
Puoi scioperare anche se il sindacato a cui sei iscritta o che è presente nella tua azienda non proclama lo sciopero.

Devo avvisare il mio datore di lavoro o il mio capo che sciopererò?
Non sei tenuta a dichiarare preventivamente all’azienda la tua adesione allo sciopero, dunque non occorre alcuna comunicazione personale. 

Cosa comporta scioperare?
Lo sciopero è un diritto costituzionale, quindi vale per tuttə. È un diritto individuale che si esercita collettivamente. Lo sciopero deve essere proclamato da almeno un sindacato. Durante lo sciopero il rapporto di lavoro è sospeso, di conseguenza, anche la prestazione lavorativa da parte dellə lavoratricə e la retribuzione da parte del datore di lavoro lo sono.

Sono unə stagista, posso scioperare? 
Un tirocinio curriculare o extracurriculare non è considerato un rapporto di lavoro. Puoi assentarti, previa comunicazione, senza ricevere compenso. Leggi il vademecum dello sciopero per approfondire le pratiche dello sciopero sociale. 

Sono una socia lavoratrice. Posso scioperare? 
Unə sociə-lavoratricə di una cooperativa può scioperare. Se hai un contratto a tempo indeterminato o determinato, lo sciopero è proclamato e valgono le stesse regole per tutto il settore privato. Se hai un contratto di collaborazione a progetto, Co.Co.Co. o sei una lavoratricə a Partita IVA, l’8 marzo puoi astenerti dal lavoro ma, per visibilizzare la tua adesione allo sciopero, imposta la risposta automatica della tua mail scrivendo: “oggi non posso rispondere, aderisco allo sciopero transfemminista”.

Sto facendo il servizio civile. Posso scioperare? 
Il servizio civile non è considerato un rapporto di lavoro. Puoi assentarti prendendo un permesso da concordare con il tuo OLP. Leggi il vademecum dello sciopero per approfondire le pratiche dello sciopero sociale. 

Ho un contratto di collaborazione a progetto. Posso scioperare? 
Se hai contratti di collaborazione, a progetto o sei una partita IVA, puoi astenerti dal lavoro ma per visibilizzare la tua adesione allo sciopero imposta la risposta automatica della tua mail scrivendo: “oggi non posso rispondere, aderisco allo sciopero transfemminista”.

SCIOPERIAMO CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE – MATERIALI UTILI 8M24

Scarica, inoltra, stampa, attacca tutto ciò che può diffondere le parole e le immagini di questo sciopero transfemminista dell’8 marzo 2024. Per le strade, sui social, a scuola, nei posti di lavoro, a casa, ovunque!

GRAFICHE GENERALI

APPELLO generale

sciopero TRANSFEMMINISTA NEL LAVORO SOCIALE ED ESSENZIALE

volantino sciopero scuola/formazione/universitá/ricerca

8M2024: TUTTI GLI APPUNTAMENTI (IN AGGIORNAMENTO)

eventi sciopero 8 marzo 2024! (in aggiornamento)

appuntamenti in avvicinamento! (in aggiornamento)

  • Non Una di Meno – La Spezia
    – 28 febbraio alle ore 21:00 al Cinema Il Nuovo proiezione di “CareSeekers – in cerca di cura” regia di Teresa Sala.
    – 29 febbraio alle ore 18:30 da @laboratorialunatica ARTEmisia Gentileschi. Una narrazione transfemminista della mostra su Artemisia Gentileschi con @nudmgenova
    – 3 marzo, ore 17:00 da @laboratorialunatica 2º assemblea Pubblica&Aperta di costruzione della giornata di lotta e sciopero dell’8 marzo. Sono invitate a partecipare persone singole, realtà e organizzazioni.
    – 4 marzo, ore 21:00 al Cinema Il Nuovo: proiezione di “Smoke Sauna – I segreti della sorellanza”, regia di Anna Hints
    – 5 marzo, ore 18:00 da @laboratorialunatica: ultima assemblea settimanale prima dell’8 marzo: Punta logistica + lab materiali.
  • Non Una di Meno – Padova
    28 marzo, ore 19 in Asu, via Santa Sofia 5: assemblea costruzione sciopero + DJset
  • Non Una di Meno – Pistoia
  • Non Una di Meno – Roma
    28 Febbraio, ore 16 sotto la Regione Lazio – Piazza Oderico da Pordenone, presidio contro il dimensionamento scolastico. Concentramento dal V municipio (angolo Prenestina/Togliatti) ore 15
    29 Febbraio, ore 16 davanti alla Regione Lazio – Piazza Oderico da Pordenone, Settimana di Mobilitazione Consultorie/Consultori
    01 marzo , ore 17 da Laurentina a Piramide, passeggiata indecorosa dellu studentu sui mezzi pubblici, lancio 8 marzo
    01 marzo , Communia, dalle 17 alle 21, workshop di meme e punta creativa nudm, preparazione materiali per l’8
    01 marzo, Natazereno, ore 14, presidio fuori dal Congresso PSE per contestare direttiva europea sulla violenza di genere organizzato da Differenza Donna
    02 marzo, Teatro Palladium, ore XX assemblea lavoratoru spettacolo e culturale
    03 marzo,  La Torre (Via Carlo Giuseppe Bertero, 13), ore 17, cineforum “Sisterhood” organizzato da NUDM Roma 
    05 marzo Roma Biblioteca Nazionale, ore 11, assemblea di lancio sciopero 8 marzo da parte di USB e presentazione libro Lavoro Diseguale di Chiara Davoli
    06 marzo Roma, Lucha y Siesta azioni comunicative in strada
    07 marzo Ciampino, presentazione libro Lavoro Diseguale di Chiara Davoli
  • Non Una di Meno – Massa Carrara
    2 marzo dalle 17 Liber tutt giochi e favole contro gli stereotipi di genere Biblioteca civica Carrara e a seguire aperitivo di autofinanziamento Caffe’ Gramsci
    4 marzo dalle 17 laboratoria di Pañuelos e gadget Circolo Casa Matta Massa
    – 5 marzo dalle 11 in poi Volantinaggio mercato di Massa e scuole di Massa Carrara
    6 marzo dalle 16 laboratoria per pañuelos e dalle 18 assemblea aperta costruzione manifestazione 8M presso Casa Matta Massa
    7 marzo dalle 19.30 Se non ballo non l’8 “Piano B” con Regolo e dalle 22 “Dj Set” con Goldie presso Jack Rabbit Massa
  • Non Una di Meno Milano
    1 marzo dalle 19.00 @ Cantiere (Via Monterosa 84): “Stone Butch Blues: presentazione della nuova edizione del romanzo di Leslie Feinerg” con Libreria Antigone e Asterisco Edizioni.
    2 marzo: serata HIP HOP e WRITING TRANSFEMMINISTA @ CS CANTIERE (via Monte Rosa 84)
    3 marzo dalle 19.00 @ Piano Terra (via Confalonieri 3): Ambrosia, Cinesenzaforum e Collettiva Female Compas presentano: CineTransfemminista presenta ‘One child nation” di Nanfu Wang e Lynn Zheng – verso l’8M e oltre. 
  • Non Una di Meno – Lamezia
    – 15 febbraio laboratoria panuelos e assemblea
    – 26 febbraio Apericena di autofinanziamento
    – 26 febbraio assemblea aperta costruzione manifestazione  8 marzo,
    – 6-7 marzo volantinaggio scuole, supermercati
  • Non Una di Meno – Pisa
    2 marzo ore 18.00 Assemblea: cooperative, lavoro sociale e servizi essenziali

8M: proclamazioni sindacali e LETTERA ALLE SINDACALISTE/I/*, ALLE DELEGATE/I/*, ALLE COMPAGNE/I/* DEI TERRITORI

DI SEGUITO TUTTE LE PROCLAMAZIONI SINDACALI DELLO SCIOPERO TRANSFEMMINISTA DELL’8 MARZO 2024: scaricale, diffondile nei luoghi di lavoro, inviale ad altrə lavoratricə

LETTERA ALLE ISCRITTE/I/* ALLE DELEGATE/I/*

Compagne/i/*

si avvicina la data dell’8 marzo e per l’ottavo anno Non Una Di Meno lancia una giornata di lotta e visibilità contro la violenza patriarcale, attraverso la forma dello sciopero globale produttivo e riproduttivo, con lo slogan

“SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, NOI SCIOPERIAMO”

Scioperiamo dal lavoro dentro e fuori casa per evidenziare il nesso tra il lavoro produttivo e quello riproduttivo: la lotta alla violenza di genere è lotta per l’autonomia, per il salario minimo e per il reddito di autodeterminazione.
É anche lotta per un welfare includente, aperto e garantito, senza il quale il lavoro di cura ricade sempre di più sulle donne, rendendole più esposte allo sfruttamento e alla violenza.
Sappiamo quanto sia difficile scioperare per chi da troppo tempo ha visto crollare il proprio potere d’acquisto, per via del carovita e di salari rimasti fermi e di contratti indecenti.

Quest’anno però, dopo le grandi manifestazioni contro la violenza sulle donne e la violenza di genere, e dopo l’ondata di indignazione per i femminicidi che hanno continuato a susseguirsi al ritmo di uno ogni due/tre giorni, qualcosa è cambiato.
Maschilismo e patriarcato sono diventate parole diffuse, su cui donne e uomini hanno iniziato a interrogarsi anche al di fuori delle nostre cerchie. Più capillare è la reazione verso narrazioni tossiche e linguaggi sessisti, più consapevoli sono le giovani generazioni della violenza che a tutti i livelli permea le nostre vite, nell’ambito personale, delle relazioni sociali, sul piano politico e globale, nel pianeta.

Questo cambiamento è avvenuto grazie al costante lavoro culturale e politico degli ultimi 8 anni e al coinvolgimento di milioni di persone che hanno iniziato a leggere le ingiustizie del mondo come prodotto dell’intersezione tra patriarcato e neoliberismo.In questi anni diverse sigle sindacali di base hanno convocato lo sciopero generale permettendo alle lavoratrici di assentarsi, mentre altre sindacaliste, anche dei sindacati confederali, si sono mosse per costruire lo sciopero nonostante il rifiuto della propria segreteria.

Quest’anno abbiamo visto il segretario della più grande confederazione sindacale applaudire allo sciopero delle donne in

Islanda, dopo averlo ignorato in Italia per 7 anni, e prendere visibilità nella giornata del 25 novembre invocando la necessità di fermare il paese contro femminicidi. L’unico modo per essere conseguente a queste dichiarazioni sarebbe indire lo sciopero generale che in questi anni ha vissuto dell’impegno delle lavoratrici* e delegate* che hanno contribuito a costruirlo.

Crediamo di essere ora davanti ad una responsabilità storica, per fermare questa onda nera che ci vuole più razziste*, più individualiste*, più povere*, con meno diritti e meno libertà; immaginiamo che questa consapevolezza sia anche la vostra. Ora il silenzio non solo è complice, ma paralizza ogni speranza di cambiamento, blocca il desiderio e preclude ogni futuro: solo la lotta e il conflitto possono invertire questa passività e ogni subordinazione, nonostante la repressione di stato e i tentativi del governo Meloni di imporre la propria egemonia culturale. Non mancano esempi di lotta e resistenza, e da questi possiamo trarre forza.

Chiediamo dunque a tutti i sindacati di aderire allo sciopero generale del prossimo 8 marzo garantendo la copertura sindacale a chiunque vorrà astenersi dal lavoro. Oltre all’indizione dello sciopero per l’intera giornata e per tutti i comparti del settore pubblico e privato, invitiamo le organizzazioni sindacali a sostenere lo sciopero femminista nelle forme più opportune: mandando la convocazione su tutti i posti di lavoro e riportando le motivazioni dello sciopero, indicendo le assemblee sindacali per informare lavoratrici e lavoratori sulle rivendicazioni della giornata, favorendo l’incontro tra lavoratrici* e lavoratori* e i nodi territoriali di Non Una di Meno, nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista.

Chiediamo alle iscritte/i/* e alle delegate/i/* sindacali di assumersi insieme a noi questa responsabilità e fare pressione su tutte le dirigenze affinché nel 2024 lo sciopero dell’8 marzo arrivi anche dove finora non è giunto, coinvolgendo persone che sentono la stretta della violenza sulle loro vite e cercano sostegno per scardinarla.
Crediamo che sia venuto il momento di organizzare assemblee e incontri, in vista della giornata dell’8 marzo, per costruire insieme la partecipazione allo sciopero, a partire dagli obiettivi condivisi e dalle azioni che ogni realtà vorrà mettere in campo.

Proviamo a coinvolgere il mondo del lavoro, fare incontrare le istanze produttive e riproduttive, perché le vite di tutte* non sono separate e a compartimenti stagni, la violenza di genere attraversa i luoghi del lavoro, come le scuole, le case e i letti.

Ci vogliamo vive* e libere*, non ci vogliamo povere*, vittime*, sfruttate*.

Sollecitiamo l’organizzazione di assemblee sul posti di lavoro e sui territori e ci mettiamo a disposizione per organizzare la costruzione dello sciopero.

Unite dalla consapevolezza che se noi ci fermiamo si ferma il mondo, costruiamo insieme lo sciopero transfemminista dell’8 marzo!

ASSEMBLEA NAZIONALE DI NON UNA DI MENO


BOLOGNA 3-4 FEBBRAIO 2024 

Il 25 Novembre la Marea è risalita così alta da non poter essere contenuta. Il rifiuto comune e condiviso della violenza maschile sulle donne e di genere è risuonato nelle strade fortissimo. 
Con la stessa potenza vogliamo affrontare il percorso che ci porterà l’8 Marzo a scioperare contro la violenza patriarcale che ci uccide , il sistema economico che ci sfrutta e il genere che ci costringe.
Per organizzare la nostra Rabbia e i nostri Desideri, per costruire uno sciopero che sia di tuttx e per tuttx ci vediamo sabato 3 e domenica 4 febbraio a Bologna nelle aule dell’Alma Mater in viale Carlo Berti Pichard n.6 nelle aule A2, 1, 2 e C.

NB: Per tutt3 colore che avessero necessità particolari vi preghiamo di comunicarcele attraverso i canali social di Non Una di Meno Bologna o all’indirizzo mail nonunadimeno.bologna@gmail.com

Qui trovate il form d’iscrizione all’assemblea nazionale: 👇👇👇

FORM PARTECIPAZIONE ASSEMBLEA

Importante compilarlo in modo da facilitare l’organizzazione e la gestione dei tavoli di lavoro.

STRUTTURA DELL’ASSEMBLEA

Sabato 3 Febbraio

ore 10.30-13.00_Plenaria
ore 13.00-14.00 Pranzo
ore 14.30-17.00 Plenaria
ore 17.00-17.30 Pausa
ore 17.30-19.00 Plenaria

ore 19.00 Passeggiata arrabbiata
dalle 20 alle 23 secret party

Domenica 4 Febbraio
ore 10.00-13.00 Tavoli di lavoro
ore 13.00-13.30 Pranzo
ore 13.30-16.00 Plenaria conclusiva

Vogliamo che questa Assemblea Nazionale sia uno spazio di confronto libero e sicuro per tutte le persone che decideranno di prenderne parte, uno spazio di confronto per rafforzare la consapevolezza che ci spinge ancora oggi a pensare che lo sciopero transfemminista sia ancora lo strumento per contrastare la violenza. 

Ci vediamo a Bologna!
Amore e Rabbia
💜🔥

L’8 marzo scioperiamo insieme contro la violenza patriarcale

Il 25 novembre oltre mezzo milione di persone ha manifestato a Roma – e decine di migliaia in altre città d’Italia – per dire basta alla violenza maschile contro le donne e alla violenza di genere. La rabbia per il femminicidio di Giulia Cecchettin ha fatto tornare altissima la marea, ha rotto gli argini portando in piazza le parole d’ordine che per anni il movimento femminista e transfemminista ha gridato in ogni parte del mondo: i femminicidi e transcidi non sono casi isolati, ma il prodotto del patriarcato.

Sono la punta dell’iceberg della violenza patriarcale strutturale: radicata nella cultura, nelle istituzioni, nell’economia, nel sistema capitalista e razzista che ci opprime, ci sfrutta, che si nutre di disuguaglianze e gerarchie.

La responsabilità che abbiamo è quella di organizzare la rabbia del 25 novembre verso lo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo, per fare in modo che la sua potenza non solo riempia le piazze ma arrivi ovunque, in ogni luogo in cui agisce il patriarcato: nelle case, sui posti di lavoro, nelle scuole e nelle università e in ogni ambito della società.

Siamo convintƏ, ancor di più dopo 8 anni, che lo sciopero femminista e transfemminista globale continui a essere la risposta alla violenza eterocispatriarcale, razzista, classista, abilista e coloniale, per costruire sorellanza e cura reciproca.

Dopo la precettazione dello sciopero generale dei sindacati confederali, le ripetute precettazioni degli scioperi dei trasporti, le nuove regole sempre più stringenti sul diritto di manifestare: vogliamo riporre con forza il tema del diritto di sciopero e di protesta nel nostro paese.

Per questo il 3 e 4 febbraio ci incontriamo a Bologna per una grande Assemblea Nazionale : uno spazio in cui tuttƏ possiamo prendere parola, condividere le esperienze di lotta quotidiana singolare e collettiva, sentire le voci di chi si mobilita in tutto il mondo col nostro stesso obiettivo. Invitiamo a partecipare non solo collettivi e gruppi, sindacalistƏ, lavoratricƏ, CAV ma tuttƏ coloro che come noi sono arrabbiatƏ, che non ne possono più, che cercano uno spazio collettivo di forza dove trasformare la propria rabbia e i propri desideri.

Vogliamo costruire insieme un 8 marzo imprevisto e dirompente, per scioperare insieme, ovunque, e bloccare tutto di fronte all’impoverimento, l’isolamento e alle violenze che viviamo come donne, persone LGBTQIA+, migranti e razzializzate, persone con disabilità, sex workers.

Vogliamo creare uno spazio che accolga interventi di lavoratricƏ, di qualsiasi campo del lavoro produttivo, e delegatƏ sindacali, italianƏ e migranti, di caregivers, di donne impegnate nel lavoro domestico e di cura, gratuito o salariato. Insieme, vogliamo costruire lo sciopero in modo che dia una prospettiva di forza e centralità alle lotte sul lavoro produttivo e riproduttivo, sul diritto all’abitare, nei servizi, da una prospettiva femminista e transfemminista contro, i genocidi, il colonialismo, le guerre e in opposizione al governo.

Con lo sciopero transfemminista vogliamo esprimere un rifiuto delle politiche familiste e razziste del governo Meloni che mettono in pericolo il diritto all’aborto, alla salute e all’autodeterminazione e attaccano le persone migranti e razzializzate, rafforzando il razzismo istituzionale attraverso una narrazione xenofoba e decreti discriminatori.

Con lo sciopero transfemminista vogliamo protestare contro i bassi salari, la revoca delle poche misure di contrasto alla povertà, come il reddito di cittadinanza, la precarietà dilagante, la disoccupazione, le pensioni da fame e tutte le altre forme di violenza economica.

Con lo sciopero transfemminista vogliamo parlare del lavoro riproduttivo che svolgono le donne e le persone femminizzate, della necessità di rimetterlo al centro, riconoscerlo, non darlo più per scontato. Oltre alla disoccupazione, inoccupazione, precarietà e salari bassi infatti le donne spesso anche se formalmente disoccupate, o in part time, in realtà lavorano, senza retribuzione nelle case: nella cura di figliƏ, di parenti anziani, nell’organizzazione di tutte le attività che consentono la gestione delle famiglie e la riproduzione sociale.

Con lo sciopero transfemminista vogliamo lottare contro la dismissione di tutti i servizi sociali, sanitari ed educativi, perché questi tagli ricadono doppiamente sulle donne.

Con lo sciopero transfemminista vogliamo rivendicare che i centri antiviolenza e le Case rifugio non sono servizi neutri, ma spazi politici di pratica femminista e transfemminista

Con lo sciopero transfemminista vogliamo chiedere il cessate il fuoco immediato e permanente, la fine del genocidio e dell’occupazione sionista da parte di Israele e la liberazione della Palestina. Vogliamo tenere alta l’attenzione anche su tutti i conflitti armati attualmente in corso, dall’Ucraina, al Sudan, alla Siria e al Kurdistan.

Quanto valgono le nostre vite? Quanto valgono le vite di tutte quelle persone che non rientrano nel progetto “Dio, Patria e Famiglia” di questo Governo? Quanto vale il nostro tempo e il nostro lavoro? Poco. Quasi niente per il sistema che ci sfrutta e ci opprime.

Tantissimo per noi che vogliamo tornare a urlare: SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, NOI SCIOPERIAMO!

Insieme siamo più forti, non è solo uno slogan.

Lo Sciopero dell’8 marzo rappresenta per tuttƏ noi la possibilità di fermarci, rendere visibili e contrastare le varie forme di violenza che subiamo e cercare di bloccare TUTTO il sistema patriarcale e capitalista,che si basa sullo sfruttamento dei corpi e della Terra, di portare la potenza della rivoluzione femminista e transfemminista ovunque.

L’8 MARZO SCIOPERIAMO INSIEME!

COMUNICAZIONE DI NON UNA DI MENO A DELEGAT3 E SINDACATI: LO SCIOPERO FEMMINISTA E TRANSFEMMINISTA È PER TUTT

L’8 marzo 2022 sarà ancora una volta sciopero femminista e transfemminista transnazionale. Nel 2021 la violenza maschile sulle donne ha fatto più di cento vittime. La violenza di genere verso le persone LGBTQIPA+ ha trovato una vergognosa legittimazione politica con l’affossamento del Ddl Zan. Lo sfruttamento delle donne nei lavori cosiddetti essenziali con la pandemia ha raggiunto livelli senza precedenti, nello stesso tempo è cresciuto enormemente il carico di lavoro riproduttivo e i licenziamenti e i part time involontari hanno raggiunto numeri altissimi. Il razzismo è diventato ancora più violento non solo sui confini ma anche nei posti di lavoro. Le discriminazioni che in ogni condizione di lavoro e di vita subiscono le persone LGBTQIPA+ sono sempre più diffuse. Lo sfruttamento sul posto di lavoro è così diffuso che arriva a mettere a rischio la vita di ragazze e ragazzi in alternanza scuola-lavoro.

La crisi economica seguita alla gestione della pandemia ha colpito prima di tutto le donne. Siamo noi a dover lavorare da casa mentre ci occupiamo di figlə in didattica a distanza, sono i nostri salari e posti di lavoro i primi a essere sacrificati in ogni crisi economica, ancora una volta si chiede a noi di sopperire alle mancanze di welfare e sanità. Il mondo della scuola sta pagando un prezzo altissimo in questa fase pandemica.

Una scuola diventata sempre più spesso presidio di accudimento, con una crescita esponenziale di ore di lavoro gratuito e con protocolli che non tutelano la sicurezza sul lavoro. La pandemia ha reso evidenti problemi derivanti da carenze strutturali del sistema sanitario nazionale e della medicina territoriale. Le politiche di ricostruzione pianificate a livello europeo e nazionale non sono una risposta, ma aggraveranno le gerarchie sessiste e razziste che la pandemia ha fatto esplodere con violenza.

La strategia per la ‘parità di genere’ impone criteri di competitività e imprenditorialità che faranno avanzare alcune donne mentre altre resteranno indietro, schiacciate dal peso della divisione sessuale del lavoro e del razzismo. La transizione ecologica non modificherà il modello economico predatorio che considera la natura e le sue risorse come un oggetto infinitamente disponibile e depredabile con ogni mezzo, e produrrà ristrutturazioni e licenziamenti che colpiranno duramente le lavoratrici e i lavorator* che, a causa del doppio carico di lavoro e delle gerarchie di genere, non avranno il tempo, il denaro e i modi di ‘riqualificarsi’.

Di fronte a tutto questo, come Non Una di Meno e insieme al movimento femminista e transfemminista in tutto il mondo abbiamo deciso di chiamare ancora, per il prossimo 8M, il nostro sciopero. Si tratta di uno sciopero politico e sociale che coinvolge ogni ambito delle nostre vite, ogni forma di lavoro, riconosciuto o invisibilizzato, e che pertanto è davvero per tutte e tutt*. Negli ultimi anni, tantissime delegate hanno fatto in modo di portare lo sciopero femminista e transfemminista nei posti di lavoro e di organizzarlo: come noi, hanno riconosciuto che la violenza patriarcale e il razzismo cambiano le condizioni del nostro sfruttamento.

Il doppio carico di lavoro ci rende più esposte ai licenziamenti e se dobbiamo rinnovare il permesso di soggiorno è sempre più difficile alzare la testa per non rischiare di perderlo. La precarietà a cui sempre più persone sono esposte impedisce di prendere parola e alzare la testa. Non è possibile portare avanti lotte efficaci sui posti di lavoro se non si riconosce che le molestie sessuali e le discriminazioni di genere verso le persone Lgbt*qia+ ci rendono più ricattabili e rendono più difficile lottare per migliorare i salari, gli orari di lavoro, per ottenere maggiore sicurezza. 

Da anni il movimento femminista e transfemminista transnazionale lotta per riappropriarsi dello sciopero come pratica politica che non riguarda solo alcune categorie, ma possa estendersi anche a quellə tra noi che, per generazione, tipi di lavoro, condizioni di precarietà, non avevano mai nemmeno pensato di poter dimostrare insieme una forza collettiva, dentro e fuori i posti di lavoro. Per noi, però, la sfida è proprio questa: conquistare la forza collettiva che ci permetta di lottare contro i salari da fame, la precarietà, la divisione sessuale del lavoro e la strutturale disparità salariale tra uomini e donne, un reddito di autodeterminazione che ci garantisca indipendenza economica e autonomia per sottrarci alla violenza, un welfare pubblico e gratuito, non aziendale né basato sul modello familistico che aumentano la nostra soggezione ai padroni e a mariti o padri violenti, un permesso di soggiorno europeo senza condizioni, per essere liberə di muoverci e di restare.

La nostra lotta per essere libere di camminare nelle strade senza avere paura e libere di rompere legami violenti, per la libertà sessuale, la contraccezione e l’aborto libero, sicuro e gratuito, per un’educazione libera da stereotipi di genere e ruoli opprimenti e imposti riguarda anche la lotta di tutte le lavoratrici e tutt* i lavoratori perché se siamo oppresse in ogni ambito della società cresceranno anche la precarietà e lo sfruttamento generali. 

Da quando lo sciopero femminista e transfemminista si è messo in movimento nel mondo tantissime delegate, lavoratrici e lavorator* lo hanno abbracciato, e noi crediamo che i loro sindacati non possono restare indietro né voltarsi dall’altra parte, soprattutto oggi che la ricostruzione costituisce un vero e proprio campo di battaglia. È arrivato il momento di aderire allo sciopero del prossimo 8 marzo 2022, garantendo la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro e fare tutto ciò che è necessario, in ogni settore, per sostenerlo e organizzarlo, favorendo l’incontro tra lavoratrici e lavoratori e i nodi territoriali di Non Una di Meno, nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista. 

Lo sciopero femminista e transfemminista è per tutte e tutt*!

*Foto di Lisa Capasso

Non una di meno: per noi anche i muri della città parlano

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Impegnate insieme ad altre centinaia di donne nella costruzione dello sciopero dell’8 marzo a Roma, e poi nel proseguire il percorso di mobilitazione contro la violenza di genere che da mesi agita la parola d’ordine NON UNA DI MENO sulle pagine di tutti i giornali e nelle piazze, ci era sfuggito un appuntamento di cui abbiamo appreso recentemente l’esistenza. https://www.facebook.com/events/308939856175599/

https://www.facebook.com/events/835896609881547/ (i 2 eventi fb della stessa iniziativa).
Questo appuntamento usa i colori, il nome, le parole, il percorso di non una di meno più come un brand che come una reale presa di parola sul tema della violenza sui corpi delle donne .

Eppure, benchè i riferimenti a NON UNA DI MENO siano più che espliciti, nessuna comunicazione è giunta né attraverso la pagina facebook, nè tantomeno nelle assemblee e nelle numerose iniziative pubbliche che hanno preparato lo sciopero dell’8 marzo, su cui però si ha la pretesa di aprire il confronto…

Si gioca sull’equivoco insomma, si parla dello sciopero, di violenza di genere, si lancia come evento copromosso da NON UNA DI MENO … ma non lo si dice a NON UNA DI MENO. A proposito di meccanismi di esclusione, prevaricazione, uso strumentale delle donne… non una di meno è un percorso aperto e pubblico proprio per questo non accetta appropriazioni.
L’iniziativa è presentata come un giorno di attivismo per la ripulitura del murale contro i femminicidi in via dei sardi. Opera meritoria, senz’altro, ma quel murale rappresenta un atto di denuncia, non di decoro urbano. Sovrapporre i due piani è quanto di meno opportuno si possa fare perché confonde la sostanza con la forma, laddove proprio la logica del decoro è troppo spesso rivolta come un atto d’accusa contro le donne vittime di violenza.
La street art è un’arte, per definizione, non semplicemente decorativa, esposta al sentimento e all’usura del tempo, ai cambiamenti che avvengono nella società. Il murale di via dei sardi racconta una ferita aperta e bruciante, è un atto di denuncia delle donne di Roma che a nostro avviso è svilente e fuorviante utilizzare come mero esercizio di igiene urbana.
Inoltre, si è aperta una fase nuova finalmente. Non vogliamo più contare solo le vittime ma vogliamo riaffermare la nostra forza. È tempo di restituire sui muri della città il segno di questa forza e di quell’autonomia che rivendichiamo. e non lo farà qualcuno al nostro posto, lo faremo noi tutte, NON UNA DI MENO… stay tuned!

Con lo sciopero l’8 marzo è tornata una giornata di lotta

Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo.
Questo slogan è risuonato ieri nelle piazze di 55 paesi in tutto il mondo. Migliaia di donne, insieme, hanno scioperato, manifestato e dimostrato la loro forza.
Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto. A dispetto di chi non ci credeva, di chi ci ha ostacolato e di chi ci ha sottovalutato.

Dalle manifestazioni dell’autunno in Italia alle marce contro Trump negli USA, dallo sciopero delle donne polacche alle manifestazioni contro la violenza in Argentina, le donne di tutto il mondo hanno recuperato il valore rivoluzionario della giornata dell’8 marzo. Perché l’8 marzo non è una giornata di festa ma una giornata di lotta.

In un mondo in cui le donne subiscono ogni forma di violenza, da quella fisica a quella economica, da quella ostetrica a quella sul posto di lavoro, ci siamo riappropriate dello strumento più potente che abbiamo: lo sciopero. Attraverso lo sciopero abbiamo rimesso al centro dell’attenzione di tutti il lavoro delle donne, a casa come sul luogo di lavoro. A chi ci ha detto che lo sciopero non è lo strumento adatto, che è simbolico e che non ci appartiene, rispondiamo che le donne da sempre hanno usato questo strumento. Dal 1975 in Islanda ad oggi, lo abbiamo recuperato. Le critiche, forse, sono dettate dalla paura di vivere un giorno senza le donne. Lo sciopero è lo strumento che ci ha permesso di unire tutte le rivendicazioni in una sola, grande, globale giornata di lotta.

Inoltre quest’anno la giornata internazionale della donna ha assunto un carattere globale inedito. Solo la determinazione delle donne è stata capace di reinventarsi e di organizzare uno sciopero globale. Invadere le strade di tutto il mondo, unite dalle stesse parole d’ordine. In un mondo che impone sempre più aspramente la chiusura delle frontiere abbiamo dimostrato che la determinazione delle donne supera i confini.

La cronaca della giornata è cominciata in Australia (mentre per noi era ancora martedì 7 Marzo), dove le lavoratrici degli asili nido hanno smesso di lavorare alle 15:20, ora in cui a causa della disparità salariale avrebbero iniziato a lavorare gratis. Sono state organizzate iniziative in tutto il sud-est asiatico, dall’Indonesia al Giappone. Le donne sono scese in piazza a Mosca, Varsavia, Istanbul. A Buenos Aires decine di migliaia di donne hanno marciato contro la violenza maschile sulle donne. E proprio dall’Argentina era partito l’appello per uno sciopero internazionale l’otto marzo, unite nello slogan #NiUnaMenos. Negli Stati Uniti a partire dalle proteste contro la sfrontata misoginia di Trump, migliaia di donne hanno invaso le strade delle principali città statunitensi. A Roma, una giornata intera di sciopero. Chiusi molti asili e scuole, sciopero dei trasporti, diverse iniziative la mattina per poi convergere tutte nel corteo serale che ha sfilato per il centro della capitale. Dal sostegno alle lavoratrici di Almaviva, al ministero dell’istruzione, dall’università alla regione. Da Sidney a Montevideo, da Mosca a New York, abbiamo fermato il mondo intero con uno Sciopero Globale delle Donne.

A dispetto delle critiche che lo sciopero ha ricevuto, degli arresti (a New York) e delle cariche ( a Napoli), i giornali non hanno potuto nascondere dietro la solita retorica della Festa della Donna, le rivendicazioni che le donne hanno fatto emergere ieri. Tuttavia non è mancato il tentativo di nascondere la portata della giornata di ieri, di ridurla a una notizia da raccolta fotografica (addirittura dopo la notizia della presenza di Berlusconi in un McDonald). Questo dimostra che, oggi come in passato, “una giornata senza di noi” fa paura.

Siamo scese in piazza ieri rispondendo alla chiamata internazionale per uno sciopero contro la violenza maschile sulle donne. A partire dalla riscrittura di un piano femminista antiviolenza rivendichiamo i diritti delle donne. Il diritto a una sanità accessibile che garantisca l’aborto gratuito e sicuro per tutte. Il diritto a un welfare basato sui diritti delle donne, che le renda indipendenti dalla violenza economica che siamo costrette a subire. Il diritto alla giusta retribuzione del lavoro, per combattere la disparità salariale. Il diritto a un’istruzione senza stereotipi di genere. Il diritto a essere donne, lesbiche, trans senza nessuna discriminazione. Il diritto a vivere in un mondo senza frontiere.

La giornata del 26 Novembre e la giornata dell’8 marzo lo dimostrano.
Un nuovo movimento femminista è iniziato

di Degender Communia
da Communianet.org