TRANSFEMMINISTƏ PER LA P4L3ST1N4

CESSATE IL FUOCO PERMANENTE, STOP GENOCIDIO E FINE DELL’OCCUPAZIONE COLONIALE!

Quello che sta accadendo in P4l3st1na è l’esito di 75 anni di colonizzazione, di un processo storico di lunga durata fatto di oppressione, apartheid e sfruttamento che oggi si realizza nello sterminio in corso a G4z4 e nella violenza quotidiana in Cisgiordania.Parliamo dall’Europa, dal cuore dell’ideologia colonialista e delle sue pratiche: una storia che non può essere cancellata, e che continua ad agire in P4l3st1n4 ma anche nel razzismo quotidiano che pervade la nostra società.

Per questo essere in piazza con lə palestinesə e per la P4l3st1n4 libera è parte di un percorso che faccia in modo che termini come decolonizzazione e intersezionalità non siano parole vuote, ma pratiche politiche attraverso cui mettere in discussione la riproduzione della bianchezza e costruire lotte che siano di tuttə le persone oppresse a partire da un posizionamento transfemminista per cui non possiamo essere liberə finché non lo saranno tuttə.

La nostra presa di posizione femminista e transfemminista è contro il genocidio compiuto dallo Stato di Israele, perché vediamo una continuità tra genocidio e femminicidi, lesbicidi e transicidi. Israele è un progetto coloniale e genocida dalla sua concezione, i movimenti anticoloniali in tutto il mondo lo sanno e lo dicono; il sistema in cui viviamo si regge su guerra, colonialismo e supremazia bianca.

Essere contro le politiche di guerra che sostengono il genocidio signfica opporsi al militarismo sempre più presente nella società. Le politiche di guerra, infatti, non solo vengono sostenute da manovre economiche che producono disuguaglianza, ma rafforzano discorsi nazionalisti, razzisti, islamofobi e patriarcali che si nutrono dell’irrigidimento dei ruoli di genere e nel rafforzamento di politiche conservatrici per riprodurre la Nazione e la sua finzione. 

La guerra è la forma più brutale e totalizzante della violenza patriarcale, che vediamo agire globalmente, per esempio in Ucraina, in cui proprio il 24 febbraio segna due anni dall’inizio dell’invasione russa.  La guerra colpisce con forza le donne e le persone LGBTIAQ+, espostə non solo alla violenza delle armi, ma anche a quella patriarcale che trova nella guerra una legittimazione ancora più forte. È una guerra impari, una nakba (catastrofe in arabo) che dura da 75 anni, e sta avendo un picco di genocidio attualmente, ma è fondamentale come trasfemministe porsi in maniera antimilitarista.

La nostra complicità alla P4l3st1n4 passa attraverso il boicottaggio delle logiche militariste e la lotta contro la moltiplicazione delle basi militari e il coinvolgimento delle infrastrutture civili, come porti e aeroporti, nell’invio di armi nei territori in guerra la lotta contro i rapporti sempre più stretti tra industria bellica e istituzioni educative attraverso i processi di alternanza scuola-lavoro; contro la vendita di tecnologia bellica a Israele da parte di Leonardo e la licenza a Eni per l’esplorazione relativa a gas in acque territoriali palestinesi; contro l’ideologia dell’ordine, della disciplina e delle gerarchie che diventa sempre più pervasiva; contro il culto delle armi e degli eroi che vediamo all’opera nel pinkwashing sostenuto dallo Stato di Israele, che promuove la partecipazione di donne e persone queer all’esercito come orizzonte ultimo dell’emancipazione.

La solidarietà allə palestinesə passa, anche, dall’opposizione alle politiche occidentali che rendono possibile e legittimano il genocidio e l’apartheid, e dalla denuncia della strumentalizzazione dei corpi e delle vite di donne e persone queer: non ci difendono gli eserciti ma le battaglie di liberazione collettive. Colonialismo, capitalismo, razzismo e patriarcato sono sistemi intrecciati che si nutrono a vicenda e che riproducono confini e gerarchie che rendono solo alcune vite degne di essere vissute.

Per questo la nostra solidarietà alla P4l3st3n4 si rafforza attraverso i legami transnazionali che ci permettono di creare un fronte che travalica i confini e che si oppone al genocidio e all’occupazione in tutto il mondo, dall’Africa, all’Occidente, al Medio Oriente all’America Latina. A partire da questa forza collettiva ci schieriamo al fianco dellə palestinesi che resistono e lottano per la propria esistenza e per la propria autodeterminazione. In un mondo che sembra costantemente dire che “non era previsto che sopravvivessimo” come transfemministə ci uniamo alla lotta di chi, a G4z4 e in Cisgiordania, nei campi profughi e nella diaspora, resiste per aprire un orizzonte di liberazione.

E per questo siamo al fianco di chi diserta lo stato di Israele, di chi subisce il razzismo e le conseguenze del colonialismo e fa della liberazione della P4l3st1n4 la propria lotta, di chi si oppone alla violenza coloniale e genocida di Israele e grida ‘non in mio nome’, delle femministe iraniane e curde che sostengono la lotta dellə palestinesə e si oppongono alla strumentalizzazione di questa lotta da parte dei regimi patriarcali che lə opprimono.

CESSATE IL FUOCO PERMANENTE, STOP GENOCIDIO E FINE DELL’OCCUPAZIONE COLONIALE!

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