CONVOCAZIONI SCIOPERO e lettera ai sindacati 8M 2023

convocazioni sciopero (in aggiornamento)

Utili da scaricare per chiunque voglia scioperare e non trovi ancora la comunicazione dello sciopero, ma anche per consultazione.

SLAI COBAS SCIOPERO GENERALE

lettera a sindacati, delegat lavoratrici e lavorator

Scritta da Non Una di Meno in avvicinamento all’8 marzo per l’indizione dello sciopero sindacale.

TUTTE LE RIVENDICAZIONI 8M 2023

SCIOPERIAMO OVUNQUE!

Sui posti di lavoro, a casa, a scuola.
Scioperiamo negli ospedali, nei consultori, scioperiamo per le strade.

Scioperiamo per il superamento del modello produttivo capitalista e antropocentrico che riduce tutto a risorsa o merce da sfruttare. Scioperiamo contro la guerra, le guerre.

Scioperiamo per un reddito di autodeterminazione che superi la dimensione familista. Per il diritto alla casa e al welfare che rispondano realmente ai nostri bisogni

Scioperiamo perché vogliamo un’aborto garantito e senza dolore fisico o emotivo imposto. Scioperiamo per un parto, pre parto e post parto che risponda ai desideri della persona gestante e non a canoni di maternità imposti;

DI SEGUITO LE RIVENDICAZIONI VERSO L’8M PRODOTTE
DAI TAVOLI DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE

L’OTTO MARZO SCIOPERIAMO

Contro la violenza violenza che devasta i territori, i nostri corpi e i corpi animali. Vogliamo il superamento del modello produttivo capitalista e antropocentrico che riduce tutto a risorsa o merce da sfruttare: non può esserci uscita dalla crisi climatica all’interno dell’attuale modello economico e sociale.

Contro l’attuale gestione emergenziale della crisi climatica che ne scarica i costi verso le categorie più vulnerabili e produce nuove forme di colonialismo.

Contro le multinazionali che continuano a fare extraprofitti grazie alla crisi climatica ed energetica e alle guerre in corso.

Contro siccità, inquinamento, aumento delle temperature, crisi energetica e inflazione: vogliamo città dove l’accesso ai servizi sia garantito per tuttə; città in cui non ci si ammala per l’aria che respiriamo e in cui non si muore per le temperature eccessive; dove essere liberə di muoverci e di vivere!

L’OTTO MARZO SCIOPERIAMO PERCHÉ VOGLIAMO

Un sapere libero dalla violenza patriarcale, dal razzismo, dall’abilismo e dal classismo.

Investimenti e risorse per strutture e personale.

Educazione sessuale e affettiva in tutte le scuole e che sia affidata alle reti femministe e transfemministe.

Revisione completa dei programmi didattici ministeriali con l’inserimento degli studi decoloniali e di genere.

L’abolizione immediata del PCTO.

Una scuola laica, pubblica e gratuita che sia davvero per tuttə.

Contrastare l’autonomia differenziata e la scuola del merito

Combattere la dispersione scolastica, le disuguaglianze e le povertà educative

Una scuola femminista e transfemminista!

L’OTTO MARZO SCIOPERIAMO:

Per il reddito di autodeterminazione, individuale, universale, incondizionato e contro l’abolizione del reddito di cittadinanza.

Per il salario minimo europeo che risponda all’inflazione, per la riduzione dell’orario di lavoro, contro il precariato che ci rende ricattabili sul lavoro, per avere garantita la salute fisica e mentale sul luogo di lavoro.

Per un welfare non basato sulla famiglia, pubblico, accessibile a tutt* indipendentemente da residenza e nazionalità, che permetta la socializzazione del lavoro di cura

Contro la nuova legge di bilancio e questo governo che sviluppa invece misure di welfare legate alla famiglia e che rimettono al centro una visione patriarcale del nucleo familiare e del ruolo della donna

Contro l’autonomia differenziata che aumenta le diseguaglianze sul territorio nazionale

CONSULTA IL MANIFESTO PER LA SALUTE SESSUALE RIPRODUTTIVA CHE VOGLIAMO

L’OTTO MARZO SCIOPERIAMO:

Contro le liste d’attesa negli ospedali, per una salute accessibile a tutt* e non solo a chi ha i soldi per curarsi nel privato!

Contro la privatizzazione dei servizi sanitari e per servizi di cura di prossimità;

Per un parto, pre parto e post parto che risponda ai desideri della persona gestante e non a canoni di maternità imposti;

Perché vogliamo un’aborto garantito e senza dolore fisico o emotivo imposto. Vogliamo abortire senza una corsa ad ostacoli piena di burocrazia e giudizi, a causa dei troppi medici obiettori nelle strutture pubbliche;

Contro la violenza medica che viviamo costantemente in ogni visita ginecologica, che si esprime nell’invalidazione medica dei nostri sintomi, in discriminazioni e imposizioni dall’alto sulle nostre scelte riproduttive;

Per inserire maggiori studi sui corpi delle donne, delle persone trans+ ed intersex, grasse o razzializzate nelle facoltà di medicina;

Per facilitare l’accesso alla salute di chi non parla bene italiano ed ha difficoltà a barcamenarsi nella burocrazia delle tessere sanitarie sostitutive;

Per un accesso garantito ai percorsi di affermazione di genere per persone trans+ in ogni regione;

Per il riconoscimento di vulvodinia, endometriosi, adenomiosi, fibromialgia e dolore pelvico cronico come malattie croniche e invalidanti;

Per l’accesso universale al benessere psicologico, poiché stare bene non può essere un lusso!

Per il ritorno alla competenza statale in materia di sanità, che allinei i servizi in tutte le regioni;

Per screening di prevenzione di HIV, IST, HPV e tumori, accessibili e finanziati in ogni regione;

Perchè vogliamo più consultori pubblici nella nostra città, aperti più tempo, con personale dedicato ed una formazione transfemminista;

Per avere contraccettivi gratuiti ed accesso alla Prep ed alla PEP, per una sessualità positiva e consapevole;

Per maggiori assunzioni, che evitino il burnout del personale medico- sanitario e permettano di rispondere a pieno alle nostre esigenze di cura!

La vitalità dei nodi territoriali nell’affrontare la pervasività della violenza maschile e patriarcale contro le donne e le violenze di genere; la proliferazione di pratiche e strumenti di risposta alla violenza a livello territoriale e nazionale;

Ricostruire il rapporto tra NUDM e Centri antiviolenza, senza sostituirsi ma in modo complementare. Nella gestione dei percorsi di fuoriuscita è necessario sviluppare un approccio intersezionale e transfemminista, e questo significa ripensare dal profondo la metodologia, da donna a donna, ma anche più in generale tra persone oppresse dal patriarcato. E’ necessario combattere la vittimizzazione delle persone trans e mettere a fuoco la carenza di spazi di accoglienza e percorsi di fuoriuscita per persone trans. Abbiamo bisogno di costruire luoghi sicuri al di là dei servizi, anche tenendo a mente la differenza tra città e provincia;

Parlare di fuoriuscita dalla violenza significa parlare di autonomia economica e reddito di libertà, fino ad ora, una misura limitata e competitiva che riproduce forme di violenza istituzionale. Serve un reddito di autodeterminazione che superi la dimensione familista, che funzioni a 360° per restituirci tempo ed energia, e che sia uno strumento di conflitto contro la visione “dio patria e famiglia” e la violenza istituzionale. Il concetto di vulnerabilità va ripensato in ottica transfemminista.

A un anno dall’invasione russa in Ucraina continuiamo a urlare: NO ALLA GUERRA!

Ad un anno dall’invasione russa in Ucraina continuiamo a urlare NO ALLA GUERRA!

La guerra è l’espressione più organizzata della violenza patriarcale, opporvisi significa non cadere nella trappola di dover scegliere tra i fronti imposti, tra potenze e nazionalismi in competizione. 

Siamo un movimento transfemminista transnazionale e rifiutiamo il nazionalismo che alimenta il razzismo e il patriarcato, intensificando la violenza sui migranti con confini militarizzati e chiudendo gli spazi di libertà di donne e persone Lgbtq+ in nome della patria.

Siamo un movimento transfemminista antimilitarista e riconosciamo che la guerra e i suoi apparati sono anche la condizione strutturale del capitalismo ecocida, ne garantiscono la riproduzione e l’affermazione nei suoi momenti di crisi. 

La violenza di questa guerra si somma a quella delle altre guerre in corso nel resto del mondo, dalla Palestina al Kurdistan per citarne solo alcune, e i suoi effetti globali stanno cambiando le nostre società, incidendo profondamente sulla produzione e sulla riproduzione sociale, intensificando la violenza patriarcale e razzista dentro e fuori i confini europei, indirizzando i piani di transizione ecologica verso lo sfruttamento di nuove fonti di combustibili fossili inquinanti, silenziando le nostre lotte.

In questo quadro globale la guerra in Ucraina sta accelerando l’uso di politiche migratorie sempre più discriminatorie e violente, creando livelli differenti di permessi, sfruttando le migranti ucraine come lavoratrici nella cura per rispondere ai bisogni di un welfare assente, chiudendo ulteriormente i confini e aumentando i respingimenti per l3 migranti che provengono da altri Paesi.

La guerra attraverso l’uso strumentale dei corpi cerca di ristabilire con la sua violenza ruoli e gerarchie razziste, basate sul genere e sulla classe.

Questa guerra è inseparabile dalle narrazioni che alimentano un clima di paura e assenza di speranza volto a normalizzare l’ennesima emergenza, a giustificare politiche repressive e di controllo e silenziare il dissenso di fronte a un peggioramento delle nostre condizioni di vita.

Mentre la crisi energetica e l’inflazione pesano sui salari e i costi della vita, l’aumento delle spese militari va di pari passo ai tagli su scuola, sanità e welfare, ci sono territori che pagano un prezzo altissimo in termini di sudditanza alle basi militari, inquinamento, aumento delle malattie nelle popolazioni limitrofe a basi e poligoni, si investe nella ricerca e produzione di armi e tecnologie, materiali e psicologiche, legato alla cosiddetta difesa e alla guerra.

L’invio sempre più massiccio di armi è una scelta interventista e atlantista che ci riguarda direttamente, che non sta ponendo fine al conflitto ma anzi sta contribuendo a un’escalation, mentre continua ad aleggiare la minaccia dell’utilizzo di armi nucleari.

Ci chiediamo che pace vogliamo affinché non sia una parola vuota al servizio di diversi nazionalismi, affinché non cancelli il fatto che l’Italia fa parte della NATO ed è già coinvolta in altri conflitti nel mondo, ben 42.

La violenza del patriarcato, del capitalismo, del razzismo, del colonialismo e degli stati nazione sono interconnesse e tutte si nutrono di guerra: abbiamo bisogno di un movimento contro la guerra, di una pace che non sia pacificazione.

Le guerre non scoppiano, vengono preparate. Lottare per la pace significa per noi lottare per cambiare la società che prepara la guerra come arma per la sua riproduzione.

Per questo, l’8 marzo scioperiamo e il 3 marzo saremo al fianco dello sciopero del clima.

Siamo con le donne, le persone lgbtiaq+ e le popolazioni che non vorrebbero morire né far morire di guerra, che resistono come possono, che fuggono, che rifiutano la violenza maschile e omolesbobitransfobica, il razzismo, gli attacchi ai diritti sul lavoro e al welfare, la devastazione ambientale, in Ucraina, in Russia, in Polonia, in Italia, in Iran, in Turchia, in Kurdistan, in Palestina, ovunque.

Scioperiamo ovunque contro la violenza patriarcale e contro tutte le condizioni che la alimentano.

Scioperiamo ovunque per la fine dell’uso dei combustibili fossili, usati come pretesto per le guerre, per la giustizia climatica e ambientale.

Scioperiamo ovunque contro l’economia di guerra per il dirottamento dei fondi dalle spese militari alle politiche sociali.

Scioperiamo ovunque contro la guerra

STRIKE THE WAR

8 MARZO: SCIOPERO DALLo SMART WORKING

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💥L’8 MARZO SARA’ ANCHE SCIOPERO FEMMINISTA E TRANSFEMMINISTA DELLO SMARTWORKING!💥

L’8 marzo si avvicina e migliaia di lavoratrici si preparano a scioperare dallo smartworking.

📲💻🖥🖨🖱📞⁉️…Ma come facciamo a far notare il nostro sciopero, dato che ormai lavoriamo da casa, da dietro a uno schermo? Come facciamo a rendere visibile la nostra assenza e quindi la nostra lotta?

💥 Ecco un vademecum per la scioperante in smartworking!💥a) Usa il nostro logo come foto profilo su fb, whatsapp, twitter, telegram, gmail, linkedin, zoom, jitsi e altri strumenti che utilizzi a lavoro (Teams, Skype, Gsuite…).

Lo puoi scaricare a questo link

b) Imposta una risposta automatica sulla tua casella email: in questo modo, ad ogni mail ricevuta nella giornata dell’8 marzo, automaticamente verrà inviata una risposta con un testo che spiega che l’8 marzo scioperi, e che quindi per quella giornata non risponderai alle mail di lavoro.

ℹ️ Il testo della risposta automatica lo puoi scegliere tu, magari coordinandoti con altre colleghe per renderlo aderente alla situazione lavorativa. Una proposta generica potrebbe essere: “Oggi non lavoro perché aderisco allo sciopero promosso da Non Una di Meno!

📌 SCIOPERO DAL LAVORO PRODUTTIVO E RIPRODUTTIVO perché lo smartworking, a cui la pandemia ci ha costrette, pur avendo liberato alcuni spazi e tempi di vita, ha spesso coinciso con un’intensificazione del nostro lavoro nelle nostre case. Ci siamo trovate a lavorare a tutte le ore e senza soluzione di continuità tra lavoro produttivo, domestico e di cura, spesso senza risorse e forme di welfare aggiuntive o dispositivi che garantiscano la sicurezza della postazione e la salute psico-fisica.

📌Oggi sciopero anche per tutte coloro che hanno perso il lavoro o sono state costrette ad abbandonarlo, per tutte coloro hanno subito violenza nell’isolamento delle case e per tutte coloro che lavorano nei servizi essenziali e non possono scioperare.

📌A chi ci dice che il nostro lavoro è essenziale, anche se continua ad essere per lo più precario e svalorizzato, a chi ci ha chiamate eroine, a chi dà per scontato il nostro sacrificio rispondiamo ESSENZIALE È IL NOSTRO SCIOPERO, ESSENZIALE È LA NOSTRA LOTTA!L’OTTO MARZO SCIOPERO!”

📌Aggiungi se vuoi alcuni degli slogan di Non una di Meno:#8m Sciopero femminista e transfemminista#8m Lottomarzosciopero#8m Sciopero produttivo e riproduttivo

ℹ️ Come impostare la risposta automatica su Gmail:1. Apri Gmail sul computer.2. In alto a destra, fai clic su Impostazioni Impostazioni e poi Visualizza tutte le impostazioni.3. Scorri verso il basso fino alla sezione “Risponditore automatico”.4. Seleziona Attiva risponditore automatico.5. Inserisci a. l’intervallo di date (dall’8/03/21 all’8/03/21),b. l’oggetto (SCIOPERO FEMMINISTA GLOBALE)c. il messaggio scelto6. Sotto il messaggio, seleziona la casella apposita se vuoi che la risposta automatica venga visualizzata solo dai tuoi contatti.7. Fai clic su Salva modifiche in fondo alla pagina8. SCIOPERA CON NOI!

ℹ️Oppure con Tiscali Mail:1. Apri Tiscali Mail sul computer2. In alto a destra, fai clic sull’icona Impostazioni3. Clicca sulla voce di menu a sinistra “Risposta Automatica”4. Per attivare la funzione, seleziona l’opzione Attiva la funzione Risposta Automatica”5. Inserisci:a. l’intervallo di date (da oggi fino all’8/03/21),b. il messaggio scelto6. Clicca su SALVA7. SCIOPERA CON NOI!

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La Commissione di Garanzia Sciopero vieta al comparto scuola la partecipazione allo sciopero generale dell’8 marzo

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La Commissione di Garanzia Sciopero vieta al comparto scuola la partecipazione allo sciopero generale dell’8 marzo 

Denunciamo una grave violazione del diritto di sciopero: la commissione di garanzia ha deciso di vietare la partecipazione allo sciopero dell’8 marzo all’intero comparto scuola, con la motivazione che l’1 marzo è stato indetto uno sciopero di categoria dal sindacato Sisa e il 3 marzo da Feder Ata.

Le limitazioni al diritto di sciopero nei servizi essenziali (e non solo) con la pandemia sono ulteriormente aumentate grazie  al protocollo d’intesa in merito alle procedure di raffreddamento nei servizi essenziali del 2 dicembre 2020, sottoscritto da CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA, ANIEF, cui va tutto il nostro sdegno.

La comunicazione della Commissione di Garanzia giunge a una settimana dall’8 marzo e  impedisce di fatto il diritto di sciopero in uno dei settori a altissima densità femminile –  l’80% del corpo insegnante è infatti composto da donne – e tra i più importanti e più colpiti dall’emergenza sanitaria, proprio in una fase in cui si discute, e localmente si sta già attuando, di una nuova chiusura delle scuole e il carico di lavoro delle insegnanti, in presenza e in Dad, è notevolmente aumentato in assenza di regolamentazione e tutele della salute.

Lo sciopero femminista dell’8 marzo quest’anno assume un significato ancora più rilevante in un momento in cui la pandemia ha evidenziato le criticità e le fragilità delle istituzioni del welfare, in particolare della scuola, dovute a decenni di tagli e disinvestimenti e ha scaricato ulteriormente il lavoro di cura sulle donne. Nonostante il divieto di sciopero del comparto scuola, invitiamo insegnati, personale, ata e studenti a partecipare alle mobilitazioni organizzate nell’ambito dello sciopero femminista e transfemminista nelle piazze di decine di città italiane. Invitiamo le/gli studenti a fare propria questa giornata di sciopero e di lotta. 

Ribadiamo inoltre che il divieto non riguarda le lavoratrici degli asili nido e delle scuole materne comunali ed educatrici ed educatori dipendenti di cooperativa che possono scioperare.

Essenziali sono le nostre vite, essenziale è la nostra lotta, essenziale è il nostro sciopero! 

Non una di meno

8 marzo 2021, il Vademecum dello sciopero

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Lo sciopero è un diritto

L’art. 40 della Costituzione dichiara: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. Lo sciopero è dunque un diritto di rango costituzionale in capo a ogni lavoratrice e lavoratore sebbene, negli anni, abbia subito limitazioni che ne hanno intaccato la potenza e l’emergenza sanitaria venga utilizzata come ulteriore motivo di pesanti restrizioni all’esercizio del diritto.  Anche per questo motivo, scioperare e rivendicare nuovi diritti rappresenta un elemento di rottura imprescindibile. Durante lo sciopero il rapporto di lavoro è sospeso, di conseguenza, anche la prestazione lavorativa da parte della lavoratrice e la retribuzione da parte del datore di lavoro.

8 marzo 2021 – Sciopero generale di 24 ore, settore pubblico e privato

Anche quest’anno, per l’8 marzo, Non Una di Meno ha chiesto a tutte le organizzazioni sindacali di convocare lo sciopero generale di 24 ore, dunque in tutti i settori del pubblico impiego e del privato; a partire dalla convinzione che l’astensione dal lavoro produttivo sia un’articolazione fondamentale dello sciopero femminista (qui puoi leggere l’appello per lo sciopero di Non Una di Meno)

A oggi lo sciopero è stato proclamato da diversi sindacati di base. Sul blog  potrai trovare le proclamazioni (https://nonunadimeno.wordpress.com/2021/02/24/vademecum-8-marzo-2021-lista-singole-adesioni-di-categoria-in-aggiornamento/) inviate alla Commissione di Garanzia.

Nelle 24 ore del giorno 8 marzo 2021, quindi, tutte le lavoratrici sia del pubblico impiego che del privato possono scioperare perché esiste la copertura sindacale generale, salvo i settori esclusi per le limitazioni imposte al diritto di sciopero e  ulteriormente rafforzate durante l’emergenza sanitaria (articolazioni, restrizioni e esclusioni dallo sciopero sono riportate in fondo al testo). Il che significa che puoi scioperare anche se nel tuo luogo di lavoro non c’è un sindacato di quelli che hanno indetto lo sciopero e/o indipendentemente dal fatto che tu sia iscritta o meno a un sindacato (se vuoi saperne di più clicca qui).

La comunicazione dello sciopero arriverà all’azienda direttamente dalla Commissione di Garanzia, dalla Regione o dall’associazione datoriale alla quale l’azienda fa riferimento.

È comunque possibile, soprattutto per il comparto privato, che qualche datore di lavoro non riceva la comunicazione o neghi di averla ricevuta. In tal caso, controlla le comunicazioni affisse in bacheca, se non compare, richiedila al tuo responsabile del personale o contattaci per avere una copia dell’indizione e dell’articolazione dello sciopero nel tuo settore, così da poterla affiggere direttamente sul posto di lavoro.

A ogni modo, sul blog di Non Una di Meno, nel riquadro “sciopero 8 marzo”, saranno pubblicate le indizioni dei singoli luoghi di lavoro; puoi pertanto estrarre copia di quelle già inviate e utilizzarle.

È anche possibile, data l’estrema frammentarietà del mondo del lavoro contemporaneo, che in qualche luogo di lavoro privato – soprattutto tra quelli che non fanno riferimento alle maggiori confederazioni padronali – non sia stato indetto lo sciopero. In questo caso, rivolgiti al nodo di Non Una di Meno della tua città o a quello a te più vicino: è possibile provvedere all’indizione – tramite i sindacati – fino al giorno prima dello sciopero (fatta eccezione per i posti di lavoro sottoposti a L.146/90, i cosiddetti servizi pubblici essenziali, per i quali è necessario inviare la comunicazione al datore di lavoro almeno 10 giorni prima).

Scuole statali, ospedali e servizi sanitari pubblici territoriali, dato l’elevato numero e la capillare diffusione sul territorio, ricevono comunicazione dello sciopero tramite una Circolare che il MIUR (nel caso delle scuole statali) e la Regione (per ospedali e servizi sanitari pubblici territoriali) sono tenuti a inviare in ogni singola scuola e a ogni direzione di ente ospedaliero e/o ASL.

Nonostante la proclamazione sindacale dello sciopero, con relativa pubblicazione sul sito della Commissione di Garanzia Sciopero (http://www.cgsse.it), avvenga con largo anticipo rispetto alla data prevista, queste circolari spesso arrivano a ridosso dello sciopero o non arrivano e alle lavoratrici viene detto che non possono scioperare. Non solo le lavoratrici possono scioperare, ma è bene segnalare, attraverso la casella di posta elettronica di Non Una di Meno, dove questo accade, per procedere, là dove si persista, con una diffida sindacale.

La Circolare del MIUR verrà comunque pubblicata sul sito appena emanata, in modo da poter essere presentata in ogni scuola dalla stessa lavoratrice. Per la sanità pubblica, essendo le Circolari regionali, ci si può rivolgere al nodo di Non Una di Meno del territorio di appartenenza.

La lavoratrice non è tenuta a dichiarare preventivamente all’azienda la sua adesione allo sciopero, dunque non occorre alcuna comunicazione personale.

Nel settore sanità e per molte altre categorie che utilizzano la turnazione, la copertura parte dal primo turno della mattina dell’8 marzo e finisce all’inizio del primo turno della mattina del 9 marzo; tutte le lavoratrici possono quindi scioperare indipendentemente dal turno cui sono adibite: sia la mattina, sia il pomeriggio che la notte.

Nel caso del trasporto pubblico locale l’articolazione delle ore di sciopero, così come delle fasce protette, può variare da città a città.

Per il settore dei Vigili del Fuoco, lo sciopero nazionale è così articolato: personale operativo dalle ore 9,00 alle ore 13,00 (4 ore senza decurtazione); personale giornaliero o amministrativo (intera giornata).

Restrizioni Al Diritto Di Sciopero: Facciamo Chiarezza

Sciopero nei servizi pubblici essenziali L. 146/90

La legge 146 del 1990 disciplina il diritto di sciopero per i servizi pubblici essenziali, cioè quelli volti a garantire il diritto alla vita, alla salute, alla libertà, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione e alla libertà di comunicazione.

I servizi per cui la legge disciplina tale diritto, quindi, sono molti e diversi tra loro: i più noti – per la loro vicinanza alla vita quotidiana della maggior parte delle persone – sono la sanità, i trasporti pubblici urbani ed extraurbani, l’amministrazione pubblica, le poste, la radio e la televisione pubblica e la scuola; ma devono essere garantiti anche i servizi di raccolta dei rifiuti,l’approvvigionamento di energie, risorse naturali e beni di prima necessità.

In tutti questi ambiti il diritto allo sciopero, quindi, non è assoluto ma relativo alla possibilità di garantire alcuni diritti dei cittadini.

Per questo motivo, per tutti i servizi sottoposti a L. 146/90, devono essere previsti i contingenti minimi di personale tramite contrattazione integrativa o accordo sindacato/azienda. È in capo al datore di lavoro il diritto/dovere di individuare le/i dipendenti da inserire nei contingenti minimi e inviare loro entro 5 giorni dalla data dello sciopero la comunicazione di“esonero dallo sciopero”, ovvero di recarsi in servizio il giorno dello stesso.

Qualora la dipendente inserita nei contingenti minimi abbia intenzione di scioperare, deve inviare entro 24 ore dal ricevimento dell’ordine di prestare servizio una comunicazione all’azienda della volontà di aderire all’astensione e, quindi, di essere sostituita.

L’azienda ha il dovere di verificare la possibilità di sostituzione della dipendente. Solo nel caso tale sostituzione non fosse possibile è ammissibile il rifiuto al diritto. In ogni caso, l’azienda deve comunicare alla dipendente di averla sostituita o meno, quindi se può scioperare o se deve lavorare.

Le aziende che erogano il servizio che lo sciopero potrebbe far venir meno, inoltre, sono obbligate con almeno 5 giorni di anticipo a dare comunicazione all’utenza sulle modalità e gli orari dei servizi essenziali garantiti.

Ricordati che il diritto allo sciopero è un diritto individuale in capo a ogni singola lavoratrice e lavoratore, sancito e garantito dalla Costituzione Italiana, e il cui esercizio non può essere precluso e/o limitato (se non per quanto riguarda le modalità di erogazione dei servizi di pubblica utilità di cui ai paragrafi precedenti).

Per chiarire qualsiasi dubbio o segnalare eventuali abusi al tuo diritto di scioperare contattaci a questa e-mail: nudmsciopero@gmail.com.

Proveremo a rispondere alle tue richieste e seguiremo con il supporto di sindacati e legali qualsiasi sopruso verrà riscontrato.

ATTENZIONE! Settori esclusi, restrizioni e diverse articolazioni dello sciopero generale dell’8 marzo 2021

Segnaliamo, in seguito alle comunicazioni della Commissione di Garanzia Sciopero (cgsse) relative alle limitazioni imposte allo sciopero generale dell’8 marzo 2021:

– l’esclusione del comparto scuola (insegnanti e personale Ata);

l’esclusione del personale di Poste Italiane della Regione Emilia Romagna;

– relativamente al settore dei Vigili del Fuoco, lo sciopero è cosi riarticolato:

  • personale turnista dalle ore 09.00 alle ore 13.00 (4 ore senza decurtazione)
  • personale giornaliero o amministrativo (tutta la giornata), come da comunicazione di settore in allegato;

– relativamente al personale addetto alla circolazione del Trasporto ferroviario, lo sciopero sarà per il:

  • Personale addetto alla circolazione dalle ore 09.00 alle 16.59, come da nostre modalità inviate il 25/02/2021
  • Personale fisso intera prestazione giornaliera fino alle ore 21.00;
  • l’astensione della Circolazione e sicurezza stradale – Autostrade terminerà alle ore 22.00.

Questo vademecum verrà costantemente aggiornato con eventuali ulteriori restrizioni e/o diverse articolazioni, imposte dalla Cgsse in virtù del persistere dell’emergenza sanitaria.

Scarica e stampa il vademecum in pdf

Qui la lista delle adesioni

Qui un Vademecum “Come scioperare dallo smart working”

VADEMECUM 8 MARZO 2021 – LISTA SINGOLE ADESIONI DI CATEGORIA IN AGGIORNAMENTO

vademecum-nonunadimeno-lista-adesioni-sciopero

ADESIONI DI CATEGORIA USB

ADESIONI DI CATEGORIA CUB

Proclamazione Sciopero generale

ADESIONI DI CATEGORIA COBAS

ADESIONI DI CATEGORIA USI

Proclamazioni sciopero lavoro dipendente e pubblico e privato

Qui il Vademecum sul blog e in versione pdf

NON UNA DI MENO LANCIA LO SCIOPERO DELL’8 MARZO

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8 marzo 2021: Sciopero globale femminista e transfemminista. Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta! Trova la tua città in mobilitazione qui.

Negli ultimi anni abbiamo vissuto lo sciopero femminista e transfemminista globale come una manifestazione di forza, il grido di chi non accetta di essere vittima della violenza maschile e di genere. Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.

A un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, la pandemia ha travolto tutto, anche il nostro movimento e la nostra lotta, rendendoli ancora più necessari e urgenti. Lo scorso 8 marzo ci siamo ritrovatə allo scoccare del primo lockdown e abbiamo scelto di non scendere in piazza a migliaia e migliaia come gli anni precedenti, per la salute e la sicurezza di tutte. È a partire dalla consapevolezza e dalla fantasia che abbiamo maturato in questi mesi di pandemia, in cui abbiamo iniziato a ripensare le pratiche di lotta di fronte alla necessità della cura collettiva, che sentiamo il bisogno di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi. Non possiamo permetterci altrimenti. il prossimo 8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.

Dobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza di questa lotta. Le tantissime donne che sono state costrette a licenziarsi perché non potevano lavorare e contemporaneamente prendersi cura della propria famiglia sanno che non c’è più tempo da perdere. Lo sanno le migliaia di lavoratrici che hanno dovuto lavorare il doppio per ‘sanificare’ ospedali e fabbriche in cambio di salari bassissimi e nell’indifferenza delle loro condizioni di salute e sicurezza. Lo sanno tutte le donne e persone Lgbt*QIAP+ che sono state segregate dentro alle case in cui si consuma la violenza di mariti, padri, fratelli. Lo sanno coloro che hanno combattuto affinché i centri antiviolenza e i consultori, i reparti IVG, i punti nascita, le sale parto, continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di personale e di finanziamenti pubblici aggravata nell’emergenza. continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di fondi.

Lo sanno le migranti, quelle che lavorano nelle case e all’inizio della pandemia si sono viste negare ogni tipo di sussidio, o quelle che sono costrette ad accettare i nuovi turni impossibili del lavoro pandemico per non perdere il permesso di soggiorno. Lo sanno le insegnanti ridotte a ‘lavoratrici a chiamata’, costrette a fare i salti mortali per garantire la continuità dell’insegnamento mentre magari seguono i propri figli e figlie nella didattica a distanza. Lo sanno lə studenti che si sono vistə abbandonare completamente dalle istituzioni scolastiche, già carenti in materia di educazione sessuale, al piacere, alle diversità e al consenso, sullo sfondo di un vertiginoso aumento delle violenze tra giovanissimə. Lo sanno le persone trans* che hanno perso il lavoro e fanno ancora più fatica a trovarlo perché la loro dissidenza viene punita sul mercato. Lo sanno lə sex workers, invisibilizzatə, criminalizzatə e stigmatizzatə, senza alcun tipo di tutela nè sindacalizzazione, che hanno dovuto affrontare la pandemia e il lockdown da solə.

A tuttə loro, a chi nonostante le difficoltà in questi mesi ha lottato e scioperato, noi rivolgiamo questo appello: l’8 marzo scioperiamo! Abbiamo bisogno di tenere alta la sfida transnazionale dello sciopero femminista e transfemminista perché i piani di ricostruzione postpandemica sono piani patriarcali.

A fronte di uno stanziamento di risorse economiche per la ripresa, il Recovery Plan non rompe la disciplina dell’austerità sulle vite e sui corpi delle donne e delle persone LGBT*QIAP+. Da una parte si parla di politiche attive per l’inclusione delle donne al lavoro e di «politiche di conciliazione», dando per scontato che chi deve conciliare due lavori, quello dentro e quello fuori casa, sono le donne. Dall’altra non sono le donne, ma è la famiglia – la stessa dove si consuma la maggior parte della violenza maschile, la stessa che impedisce la libera espressione delle soggettività dissidenti ‒ il soggetto destinatario dei fondi sociali previsti dal Family Act. E da questi fondi sono del tutto escluse le migranti, confermando e mantenendo salde le gerarchie razziste che permettono di sfruttarle duramente in ogni tipo di servizi. Così anche gli investimenti su salute e sanità finiranno per essere basati su forme inaccettabili di sfruttamento razzista e patriarcale. Miliardi di euro sono poi destinati a una riconversione verde dell’economia, che mira soltanto ai profitti e pianifica modalità aggiornate di sfruttamento e distruzione dei corpi tutti, dell’ecosistema e della terra.

Poco o nulla si dice delle misure contro la violenza maschile e di genere, nonostante questa sia aumentata esponenzialmente durante la pandemia, mentre il «reddito di libertà» è una risposta del tutto insufficiente alla nostra rivendicazione dell’autodeterminazione contro la violenza, anche se dimostra che la nostra forza non può essere ignorata. Questo 8 Marzo non sarà facile, ma è necessario. Lo sciopero femminista e transfemminista non è soltanto una tradizionale forma di interruzione del lavoro ma è un processo di lotta che attraversa i confini tra posti di lavoro e società, entra nelle case, invade ogni spazio in cui vogliamo esprimere il nostro rifiuto di subire violenza e di essere oppressə e sfruttatə. Questa è da sempre la nostra forza e oggi lo pensiamo più che mai, perché ogni donna che resiste, che sopravvive, ogni soggettività dissidente che si ribella, ogni migrante afferma la propria libertà fa parte del nostro sciopero.

Il 30 e 31 una prima tappa verso l’8 marzo, nel corso della quale ci siamo incontrat* in gruppi divisi per tematiche per costruire le prime tappe dello sciopero femminista ed il 6 febbraio l’Assemblea per discutere collettivamente e indicare quali sono per noi terreni di lotta nella ricostruzione pandemica.

Proprio oggi che il nostro lavoro, dentro e fuori casa, è stato definito «essenziale», e questo ci ha costrette a livelli di sfruttamento, isolamento e costrizione senza precedenti, noi diciamo che “essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!”.

Cartella per la stampa 

Qui i report dei tavoli tematici

ℹCerca la tua città e sciopera anche tu l’8 marzo!

📍Qui LA MAPPA DELLE CITTA’ in mobilitazione (in aggiornamento)

𝟕𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨
▶️Lucca: https://www.facebook.com/events/453544199410238
▶️Monterotondo: https://www.facebook.com/events/551285599109157
▶️Palermo: https://www.facebook.com/events/130955622247885/
▶️Ticino: https://www.facebook.com/events/1229493887468203/

𝟖𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨
▶️Alessandria: https://www.facebook.com/events/226255765866323/
▶️Bergamo: https://www.facebook.com/events/2707110569600787/
▶️Bologna: https://www.facebook.com/events/2849819581925862/
▶️Brescia: https://www.facebook.com/events/537401933903870/
▶️Catania: https://www.facebook.com/events/455454145774803/
▶️Firenze: https://www.facebook.com/events/1068055300363903/
▶️Genova: https://www.facebook.com/events/471467130653022/
▶️La Spezia: https://www.facebook.com/events/450219766325365/
▶️Lampedusa: https://www.facebook.com/events/241121817678844/
▶️Livorno: https://www.facebook.com/events/857280908169852/
▶️Mantova: https://www.facebook.com/events/516858352815679/
▶️Modena: https://www.facebook.com/events/927076081379396/
▶️Monterotondo: https://www.facebook.com/events/551285599109157
▶️Milano: https://www.facebook.com/events/1319648708420829/
▶️Napoli: https://www.facebook.com/events/1096625740800917/
▶️Oristano: https://www.facebook.com/events/336692071104022/
▶️Padova: https://www.facebook.com/events/195118662404381/
▶️Parma: https://www.facebook.com/events/426606618633699/
▶️Pavia: https://www.facebook.com/events/153661709914166/
▶️Piacenza: https://www.facebook.com/events/431124591333288
▶️Pisa: https://www.facebook.com/events/2911579919060739/
▶️Ravenna: https://www.facebook.com/events/792139331402679/
▶️ReggioCalabria https://www.facebook.com/events/448259153286717/
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▶️Transterritoriale Marche:
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