Ecco le tracce dei tavoli di discussione per l’ ASSEMBLEA NAZIONALE di NON UNA DI MENO a Reggio Emilia!
In questo tavolo vogliamo proseguire, approfondire ed entrare nello specifico delle analisi che verranno presentate nella plenaria di apertura. A partire dalle riflessioni iniziate già in pandemia su come la crisi climatica, energetica ed economica non ricada in modo uguale su tuttə e su come le donne, in quanto storicamente responsabili della riproduzione sociale, siano colpite in modo particolare, vogliamo fare dei passi avanti e ragionare su come rendere l’ecologia politica parte integrante delle nostre analisi ed elemento fondamentale delle nostre rivendicazioni.
Vogliamo interrogarci su come la prospettiva ecologista ed ecofemminista può integrare le riflessioni e le lotte portate avanti in questi anni su lavoro e welfare, salute, violenza di genere, su come creare lotte intersezionali in questa fase e come partecipare a quelle che sono già in corso per creare contaminazioni e convergenze.
Qua sotto gli interrogativi a cui vogliamo dedicare spazio in questo tavolo, con l’obiettivo di darci degli strumenti concreti per poter inserire queste rivendicazioni all’interno delle nostre lotte, sempre mantenendo la nostra prospettiva femminista e transfemminista verso e oltre il 26 novembre.
• Cosa vuol dire avere un punto di vista femminista e transfemminista sulla crisi climatica, energetica, sociale ed economica? Come questa situazione impatta le nostre vite? Come evidenziare i nessi tra le diverse crisi che stiamo attraversando e i loro effetti in un modo che sia comprensibile a tuttə e che sia radicato nelle condizioni materiali ed esperienze vissute?
• Come creiamo un percorso di lotta che sappia tenere insieme l’impoverimento, la crisi ecologica, le conseguenze della guerra per uscire dalla retorica per cui c’è ogni volta un’unica e nuova emergenza da affrontare, che ci vorrebbero imporre governi e mass media? Come possiamo partire da noi, dall’impoverimento che stiamo vivendo nelle nostre vite, dalle esigenze delle persone, per allargare alle condizioni globali che ne sono causa e individuare le controparti? Quali rivendicazioni e prospettive possono contrastare questi fenomeni? Come parliamo di redistribuzione, reddito, salario minimo e welfare in questo contesto? Come questi temi possono diventare l’occasione di allargamento del nostro lavoro, conoscenza di nuove persone e costruzione di processi politici?
• Quali relazioni, contaminazioni, punti di incontro e pratiche comuni possiamo costruire con i movimenti ecologisti e con quelli che stanno nascendo contro il carovita (Fridays for Future, Extinction Rebellion, Ecologia politica, Riseup, Noi non paghiamo, Comitati teleriscaldati, GKN ecc)? Come ci poniamo rispetto a questi processi nazionali e non solo (Insorgiamo, Climate Social Camp, ecc)?
• Come inseriamo queste analisi e obiettivi politici nel percorso verso e oltre il 26 novembre, senza diluire e perdere la nostra lente sulle diverse forme di violenza maschile contro le donne e di genere? Quali rivendicazioni fondamentali vogliamo portare in piazza a partire dalle riflessioni di questo gruppo? Come costruiamo una mobilitazione ampia e attraversabile su questi temi, mantenendo saldo il punto di vista radicale e la specificità femminista e antisessista che ci caratterizzano?
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Il 25 novembre é la giornata fissata a livello internazionale, ma per noi, come ogni ann,o il corteo nazionale si terrà a Roma di sabato, dunque il 26N!