L’appello di lancio di Non una di Meno per il 30 e 31 gennaio 2021, due giornate online dove si articoleranno alcuni Gruppi tematici di discussione verso lo sciopero dell’8 marzo: Violenza e Percorsi di fuoriuscita; Scuola; Economia e Lavoro; Salute; Corpi, Ecosistema, Giustizia Climatica. Qui il form da compilare per partecipare ai gruppi. La seconda tappa è l’Assemblea Nazionale del 6 febbraio, sempre in modalità online. A breve tutte le info. Di seguito il testo del Gruppo Salute.
La situazione pandemica ha evidenziato tutte le criticità di un sistema sanitario colpito da costanti tagli e che trascura la prevenzione e la capillarità in nome delle cure specialistiche che offrono profitti e del sostegno alla sanità privata. La pandemia, così, si è sommata alla carenza di salute dovuta a territori sempre più inquinati, condizioni di lavoro insostenibili e insicure, mancanza di sostegni psicologici e una strutturale violenza di genere e razzista.
Nella gestione dell’emergenza non si sono prodotte discontinuità sostanziali: l’intensificazione delle ore di lavoro e della precarizzazione del personale (assunzioni a tempo vincolate all’emergenza) è andata di pari passo con la santificazione del personale socio-sanitario, mentre nessun investimento sul rafforzamento strutturale e territoriale del sistema sanitario, se non d’emergenza, è stato fatto. Inoltre, la pandemia ha mostrato con forza come il diritto alla salute non sia garantito in maniera uniforme, ma generi ancora più disuguaglianze: pensiamo al colpevole abbandono di migranti, persone ristrette nelle carceri, ospiti di comunità e RSA. In questo contesto si svolge la definizione del Recovery Fund che prevede quasi 20 miliardi di spesa sanitaria. Questione che non sta riguardando i soggetti incarnati, le lavoratrici essenziali, chi ha curato in casa i malati, chi non ha avuto accesso alla salute.
Abbiamo visto emergere tutto questo con forza nella pandemia, ma come donne e soggettività LGBTQIA+ (o soggettività dissidenti?) lo avevamo già sperimentato nella mancanza di consultori (molti meno dell’uno ogni 20.000 abitanti previsto dalla legge), nell’impossibilità di reperire i farmaci per le terapie ormonali sostitutive, nella mancanza di servizi per la menopausa, nell’alto tasso di obiezione di coscienza, dalla difficoltà ad accedere a percorsi di salute mentale e nelle forme di violenza, a partire da quella ostetrica, che colpiscono i nostri corpi nelle istituzioni ospedaliere. E queste criticità si sono aggravate durante la pandemia: in molti territori a essere chiusi o ridotti per primi sono stati proprio i servizi per le donne e per le soggettività LGBTQIA+.
Per promuovere l’idea della salute come benessere, a partire dal nostro Piano contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, lottiamo perchè i consultori tornino a essere luoghi di elaborazione politica, attraversabili da tutte e tuttu, capaci di costruire relazioni diverse tra soggetti curanti e curati. Sappiamo, infatti, che la cura è una questione collettiva e vogliamo continuare a ribadirlo nello sciopero dell’8 marzo.
Domande:
– Qual è la situazione dei servizi socio-sanitari e per donne e soggettività LGBTIA+ nel tuo territorio? come ha inciso la pandemia? E quali rapporti avete con questi?
– Come valutiamo gli stanziamenti del Recovery Fund per la salute? quali dovrebbero essere?
– Quale è la sanità che vogliamo e la salute che dobbiamo conquistare?
– Sono state attuate le linee guida sull’aborto farmacologico nella tua regione? quale partita si apre ora dentro il conflitto permanente tra regioni e ministero? Come giocare un ruolo per l’adozione delle nuove linee guida in grado di spezzare il monopolio degli obiettori sull’aborto e la non attuazione della legge 194? Come proseguire una campagna per la RU486 per tutti i corpi gestanti e contro l’obiezione che non sia vincolata alla risposta alle campagne antiabortiste?
– Come rilanciare la battaglia per i consultori come battaglia per la salute e l’autodeterminazione nel territorio?
– Come contrastiamo la prassi della diagnosi e la patologizzazione delle persone trans*, nonostante le recenti determine dell’Aifa?
– Come facciamo ad istituire un percorso consultoriale in cui alle persone trans* siano garantiti i diritti di base, compreso accesso al tos (trattamento ormonale sostitutivo) e all’aborto?
– Come facciamo a formare il personale di consultori e ospedali in materia di autodeterminazione e di accesso alla salute per le persone trans*, in modo da contrastare il fatto che queste siano meno propense ad accedere alle cure per paura di discriminazioni e misgendering?
– Come garantiamo accesso alle cure e assenza di discriminazioni all3 sex workers e alle persone immigrate?
– Quali pratiche individuiamo verso e per lo sciopero dell’8 marzo?
– Come costruire alleanza tra chi cura e chi è curato?
PAROLE CHIAVE:
*Differenze
*Condivisione
*Autodeterminazione
*Cura collettiva
*Alleanza tra chi cura e chi è curato