Il tavolo nazionale “femminismi e migrazioni” di Non una di meno si è riunito a Trieste e ha iniziato la discussione a partire dai punti concordati il 22-23 aprile. È emersa innanzitutto l’esigenza di una mobilitazione da parte di Nudm, in risposta a due istanze. La prima è quella di far sentire il nostro secco “No!” al decreto Minniti Orlando e alle politiche del governo Gentiloni in materia di migrazioni. La seconda istanza è la lunga sequela di strumentalizzazioni del corpo delle donne in chiave razzista e sessista: o vittime o puttane, il terreno di scontro è sempre il corpo femminile. È stata in sostanza ribadita la necessità della ripresa della parola pubblica da parte di Nudm all’interno del dibattito politico complessivo a partire dai punti riportati nel report precedente. Questa ripresa di parola pubblica non può che avvenire all’interno di uno spazio politico, orientato verso una mobilitazione autunnale.
MOBILITAZIONE AUTUNNALE. I lavori sono stati inaugurati sabato 16 settembre, all’insegna dell’esigenza di una mobilitazione. A tale proposito è emerso che negli scorsi giorni a Roma è stata lanciata la data del 21 ottobre. Vi parteciperanno realtà eterogenee, che dall’Arci ai centri sociali alla Rete operatori sociali contro l’Orlando Minniti. Ci siamo così confrontate sul tema di un’eventuale adesione a una mobilitazione lanciata da altri: un inedito per la rete Nudm nazionale. Preso atto che la data c’è, da lì ci si è interrogate tenendo conto di due esigenze. La prima è quella di rispettare le modalità di elaborazione tipiche di Nudm: i suoi tempi, i suoi percorsi, la scelta di convocare solo date autonome. L’altra opzione è provare a contaminare una piattaforma preesistente con una prospettiva femminista. Su questo rimandiamo ai territori le discussioni poiché non spetta al tavolo “femminismi e migrazioni” prendere una decisione collettiva.
Indipendentemente dal punto precedente, concordiamo sulla necessità di portare avanti le date lanciate autonomamente da Nudm improntandole ai temi dell’antirazzismo e dell’antisessismo in maniera trasversale. Ad esempio Roma renderà trasversale la data del 28 settembre, inizialmente pensata in termini di diritto alla salute, includendo i temi sopra citati. Invitiamo i vari territori a portare avanti iniziative e pratiche in vista del 25 novembre.
OBIETTIVI E PRATICHE. L’esigenza di una mobilitazione è sentita e condivisa come l’esito di un percorso che tocca i temi più disparati, attorno ai quali la discussione si è concentrata soprattutto nella giornata di domenica 17 settembre. Indipendentemente dalla partecipazione o meno di Nudm alla giornata del 21 ottobre, infatti, crediamo sia fondamentale portare avanti le iniziative di mobilitazione proprie di Nudm nelle città. Queste iniziative devono essere il frutto di una presenza capillare sui territori, capace di influire su aspetti della vita pubblica quali comunicazione mediatica, educazione, salute, lavoro, politiche.
La discussione di domenica 17 settembre si è aperta con l’intervento dei Compas dalla Slovenia. I compagni hanno messo in luce la criticità della situazione slovena: la migrazione è trattata come un fenomeno emergenziale e non si lavora in direzione dell’integrazione; le donne migranti in particolare sono escluse dagli spazi pubblici e dal discorso mediatico; i richiedenti asilo sono “accolti” in centri molto lontani dalle città dove le donne rimangono schiacciate nel ruolo di madri o mogli. A ciò si aggiunga che in tutta la Slovenia ci sono 400 richiedenti asilo di cui nessuno dall’Afganistan (giacché è considerato un paese sicuro dal governo sloveno); praticamente tutti i partiti politici sloveni considerano l’immigrazione un pericolo; a occuparsene rimangono realtà come i due collettivi di Lubiana che lavorano con i migranti. In seguito agli interventi dei compagni sloveni è stata ribadita la necessità e la disponibilità delle varie realtà presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia a costruire reti internazionali e ad attivare quelle preesistenti. È stata portata la testimonianza diretta della limonaia di Pisa come spazio di chi non ha voce, luogo di incontro per i richiedenti asilo che si sono costituiti in “Collettivo migranti” e hanno organizzato una mobilitazione cittadina. È stato un percorso a metà tra autocoscienza e forma assembleare in cui i migranti si sono raccontati, gli uni agli altri e poi in piazza.
Ciò detto, ecco l’elenco di obiettivi e pratiche programmatici su cui ci si è focalizzate durante la due giorni triestina:
OBIETTIVI
- Ribadire il nostro secco “No!” al decreto Minniti Orlando
- Ribadire che la violenza è soprattutto maschile e patriarcale e legata a doppio filo con il razzismo
- Mettere in luce il legame di sessismo e razzismo con il precariato
- Richiedere un permesso di soggiorno europeo senza condizioni, slegato da studio e lavoro nonché da mariti, fratelli, padri
- Far sì che le donne migranti siano considerate non oggetti bensì soggetti politici
- Stare nel dibattito pubblico
- Organizzarsi come presenza capillare sui territori
PRATICHE
- Scendere in piazza nelle città per dire “non sui nostri corpi”
- Cercare di entrare nei luoghi dove le donne migranti vivono
- Creare spazi per sole donne, dal corso di cucina al corso di lingua, ad esempio, nei quali porsi in maniera orizzontale
- Coinvolgere anche uomini migranti e donne e uomini non migranti (intersezione con temi educazione e media)
- Valorizzare le donne migranti che già sono presenti nel movimento